PORTO SAN GIORGIO – Sessanta immagini, 47 canzoni: saranno quarant’anni di musica quelli che scorreranno domani, 28 dicembre, al Teatro di Porto San Giorgio (ore 21.30) nello show che Gianni Schiuma proporrà a chi vorrà vivere un revival unico nel suo genere. Sarà anche una serata benefica, voluta dall’Amministrazione comunale: l’intero incasso verrà devoluto alla Croce Azzurra di Porto San Giorgio.
Il simbolo
Dj, performer, uomo simbolo della movida degli anni d’oro della disco dance, Gianni Schiuma approda con il suo tour nella città rivierasca. “Io, Gianni Schiuma: monologo di un vecchio dj” abbraccia idealmente le regioni (Marche e Abruzzo) che sono state teatro privilegiato di una formidabile carriera. A fare da tramite, ancora una volta, il filo rosso della discomusic, del vinile e della vita notturna, vissuti in prima linea ma senza eccessi e devianze.
I ricordi
«Le mie prime esperienze professionali, il primo impatto nell’area fermano-maceratese furono al JuJu del Parco Acquatico Niagara – ricorda Gianni Schiuma –. Poi vennero il Flexus e il Green Leaves. Belle stagioni anche al Tucano’s Beach e al Nero di Sole. Annate davvero irripetibili furono consumate allo Zen e al Mahé: ogni sera sotto la mia musica ballavano migliaia di ragazzi. Ho vissuto l’evoluzione di costumi, dal vinile al digitale, tantissimi aneddoti. Il mio rapporto con Porto San Giorgio è totale. Nel Fermano, in quegli anni, ho conosciuto Martina, ragazza di Porto Sant’Elpidio, poi diventata mia moglie e che mi ha dato due figli, regalandomi la felicità eterna».
Gianni Schiuma è stato Giovanni D’Angelo prima che il rogo dello stadio Ballarin, il 7 giugno 1981, gli producesse gravissime ustioni e rivoluzionasse il suo modo di guardare il mondo. Prima che gli cambiasse, e non fu un caso, anche il nome. Mercoledì 28 dicembre, in una serata diretta da Manu Latini con la produzione di Progetto Musical, racconterà, attraverso se stesso, i cambiamenti delle voglie, dei gusti, del costume di un’epoca. Lo farà con garbo e ironia, lasciando alla platea, come ha sempre fatto, un messaggio positivo, un invito a lasciarsi andare ma non per strafare, a distrarsi restando in equilibrio tra il dire, l’agire e l’essere.
Il cambiamento
“Io nasco Giovanni D’Angelo – sottolinea – e sono diventato Gianni Schiuma dopo il tragico evento del Ballarin, ferita ancora aperta della mia giovinezza: avevo 19 anni. Quel giorno, il 7 giugno, la Samb festeggiava la Serie B. Si usavano i fumogeni e la carta per fare festa. Nessuno si accorse di quel che stava accadendo, le fiamme erano rarefatte. Preso dal panico tentai di scavalcare il filo spinato, ma svenni. La mia pelle era completamente bruciata, rimasi 90 giorni all’ospedale. In reparto sembrava di essere usciti dalla guerra: persone fasciate, i lamenti delle due ragazze che persero la vita poco dopo. Per due anni non ho potuto prendere il sole, uscivo alle otto di sera, ero un vampiro. Andai a Londra per fare il cameriere. C’era un giornale, Frigidaire, su quale disegnava Andrea Pazienza, artista di San Benedetto. Una rubrica si intitolava Schiuma ed era dedicata ai lettori: mandai alla redazione la foto post-Ballarin, con la mia pelle bruciata e raccontai questa storia. Il tutto fu pubblicato e quando gli amici lessero l’articolo mi dissero: tu da questa sera sarai Gianni Schiuma».
Biglietto d’ingresso: 11 euro. Prevendita presso il circuito ciaotickets; a Porto San Giorgio i biglietti possono essere acquistati presso: Tabaccheria Lanciotti, Tabaccheria Mascitelli, Minus Dischi.
In copertina: Gianni Schiuma